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Polittico di Montefiore del Pittore Carlo Crivelli - Polo Museale San Francesco, Sala "Carlo Crivelli"

 Il polittico, originariamente un pentittico, venne realizzato poco dopo il 1470 per essere la pala d'altare della Chiesa di San Francesco di Montefiore dell'Aso; rimase nelle sede originaria fino alla metà del secolo scorso, quando numerosi pannelli vennero ceduti all'antiquario romano Vallati che, dal 1859 al 1882, li disperse fra diversi acquirenti.

 Le tavole rimaste a Montefiore si trovano, riunite in un abnorme polittico, nel Polo Museale di San Francesco (fino all'ottobre del 2006 era nella Chiesa di Santa Lucia); smarriti sono a tutt'oggi tre pannelli della predella e il santo a mezza figura che sovrastava la figura di San Francesco.

 Ignorato dalla critica fino all'inizio del nostro secolo; spetta infatti al Cantalamessa (1907) il primo riferimento al Crivelli. L'opera che, peraltro, in seguito venne ancora misconosciuta (il Geiger la reputa di Vittore, 1913), fu fortunatamente salvata dall'esportazione da un decreto ministeriale che ne vietò la vendita("Bollettino dell'Arte", 1908).

 Vent'anni dopo il Serra (1925) dichiarò il trittico autografo per poi (1934) riconoscervi, sulla scorta del Berenson (1932) che ribadì in seguito la sua opinione (1936,1957), interventi di collaboratori. In occasione della Mostra di Ancona venne indicato come opera "mirabile" totalmente crivellesca dallo Zampetti (1950) e Podestà (1950).

 Allo stesso Zampetti (1951,1952) si deve il riconoscimento degli altri pannelli e la prima ricostruzione ideale del polittico, nel quale lo studioso proponeva l'identificazione del pannello mancante della cimasa, non accettabile per le differenze di stile, di dimensione e di provenienza. Secondo l'ipotesi del Zampetti, la predella doveva comporsi di tredici elementi, mentre sembra più verosimile circoscrivere il numero delle tavole a undici, quante se ne ritrovano nel polittico di Ascoli, di cui tre perduti.

 La datazione del polittico proposta al 1475 da Zampetti in base al carattere di semplificazione formale, è oggi preferibilmente anticipata al 1471-72 come già suggerì il Van Marle (1934-36), per le affinità stilistiche con le opere crivellesche di quel periodo (Zeri, 1961). Il polittico è stato sottoposto a restauro nel 1960 a Firenze, in occasione della mostra di Venezia.

 

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